Pasqua ebraica

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Pèsach o Pesah (ebraico פסח), detta anche Pasqua ebraica, è una festività ebraica che dura otto giorni (sette nella sola Israele) e che ricorda la liberazione del popolo israelita dall'Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa. La Pasqua cristiana trae origine da questa festività. Nella Bibbia ebraica, il nome di Pesach indica particolarmente la cena rituale celebrata nella notte fra il 14 e il 15 del mese di Nisanin ricordo di quella che aveva preceduto la liberazione dalla schiavitù in Egitto; i successivi sette giorni vengono chiamati Festa dei Pani non lievitati (o Festa dei Pani Azzimi). Questa settimana trae origine da un'antica festa per il raccolto delle prime spighe d'orzo e il loro utilizzo per preparare focacce senza lasciare il tempo necessario per il formarsi di nuovo lievito e così ottenere la fermentazione della nuova farina. La pesach, quindi, segna il principio della primavera ed è anche chiamata Chag haaviv, cioè "festa della primavera".

Questo è confermato dal confronto con il versetto di Numeri 28,16:

« E il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sarà la Pasqua del Signore »   (Numeri 28;16)

e i versetti di Esodo 12,17-20

« E dovete osservare la festa dei pani non lievitati (Matzot) (...) Per sette giorni (...) dovete mangiare pani non fermentati »  (Esodo 12;17-20)

Fuori dalla Terra di Israele i giorni degli azzimi sono otto, tranne eccezioni (cfr Calendario ebraico, Diaspora ebraica e Rosh Chodesh): i primi due e gli ultimi due sono giorni di festa (in ebraico Yom Tov). La Pasqua è una delle tre "feste di pellegrinaggio" (=Shalosh Regalim) assieme a Pentecoste (Shavuot) e Festa delle Capanne (Sukkot).

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La Pasqua ebraica oggi

Seder

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La Matzah, pane azzimo

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La salsa Charoset

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Hagadah

Pesach, la Pasqua ebraica, è la rievocazione dell'esodo dall'Egitto grazie al quale i figli d'Israele, ridotti a una dura schiavitù fatta di angherie e lavoro sfiancante, conquistano la libertà, ma anche la consapevolezza di essere diventati un popolo. Pesach; in ebraico significa "passaggio" e segna la metamorfosi dallo stato di schiavitù a quello della libertà. In questo senso, l'Esodo è divenuto il prototipo di ogni spinta rivoluzionaria. Ma Pesach racconta anche il "passaggio" di Dio sull'Egitto, una notte di luna piena, millenni fa. Da allora, gli ebrei commemorano con il rito quell'evento, o per meglio dire vi si immedesimano perché "in ogni generazione si è tenuti a considerare se stessi come se personalmente fossimo usciti dall'Egitto". L'Haggadah l'antico testo che si legge a tavola nel corso della celebrazione pasquale, è il racconto di questa storia. La porta per entrare in quel passato, il luogo di incontro fra imperscrutabili lontananze nel tempo e nello spazio.

Agnello ed erbe amare

Agnello ed erbe amare

Alla fiera dell'Est

Secondo l’antichissima tradizione del Seder di Pesach (la cena della Pasqua ebraica in memoria dell’Esodo del popolo eletto dalla terra e dalla schiavitù degli Egizi),  al termine della lettura della Hagadah shel Pesach (la Narrazione della Pasqua) venivano intonate dai presenti,  le dieci strofe del canto che narrano le vicende,  di un capretto (non di un topolino) che ricorda l’agnello pasquale mangiato dagli ebrei prima della partenza per uscire dall'Egitto.

Alla fiera dell'Est (versione ironica)